Giuseppe Verdi si legò a Genova per il clima, per la cultura e per la natura propria della terra ligure. “Voi mi chiedete - così diceva Verdi - perché io abbia preferito Genova anziché Milano, a mia dimora abituale? Non è stato certo l’amore del mare e il desiderio di vederlo dalle mie finestre; lo sapete io non amo il mare, e per questa mia istintiva avversione non sono mai stato in America e ricusai anche di andare al Cairo ad assistere alla messa in scena dell’Aida. Se ho scelto Genova a mio domi- cilio l’ho fatto per tenermi un po’ lontano dal mondo musicale e da tutta quella gente che, appartenendo a quel mondo, si crede in dovere di farvi un po’ troppo da padrone e non lasciare in pace coloro che, a dritto o a torto, sono di quel mondo gli individui più in vista. A Genova mi sento un po’ più padrone in casa mia di quanto non potrei esserlo a Milano”.
Verdi passava spesso da Genova per andare a Roma, Napoli e Parigi per assistere alla rappresentazione delle sue opere; durante la sosta genovese prendeva alloggio all’hotel Croce di Malta, nella zona di Caricamento.
Il desiderio del Maestro di vivere in una villa a Genova fu esaudito dal grande direttore d’orchestra ravennate Angelo Mariani. Infatti, dopo aver abitato a palazzo Scudi, grazie all’amicizia con la marchesa Sauli Pallavicino, il direttore andò ad abitare nell’ammezzato di Villa Sauli e fece prendere in affitto il piano nobile dai coniugi Verdi.
Nel 1866 Verdi va ad abitare in via San Giacomo di Carignano. In una lettera indirizzata al conte Opprandino Arrivabene, datata 16 marzo 1867, così scrive: “Ri- cevo ora la tua lettera e ti ringrazio. Parto per S. Agata, ma ritornerò qui per allestire un appartamento che ho non comprato ma affittato in Carignano, Palazzo Sauli Pallavicino. L’appartamento è magnifico e la vista stupenda e conto passarvi una cinquantina d’inverni”.
Da una lettera del 26 novembre 1874 diretta al conte Opprandino Arrivabene si apprende che il Maestro in tale data aveva già lasciato l’appartamento in Carignano: “non so se tu sappia, che io non sto più in Carignano, ma nel Palazzo del Principe Doria”.  Tenne qui in affitto un appartamento fino a poco prima della sua morte.
Il grande affetto che unì l’illustre Maestro a Genova traspare anche nelle sue disposizioni testamentarie. Il testamento olografo, datato 20 maggio 1900 contiene un legato in cui sono lasciate 50.000 lire ad enti genovesi, così suddivisi: 20.000 agli Asili Infantili di Genova; 10.000 a favore dell’Istituto dei ciechi; 10.000 a favore dell’Istituto Liberti per rachitici; 10.000 a favore dell’Istituto di via Fassicomo.

Tratto da “Giuseppe Verdi a Genova”, di Leonello Sartoris per la Cassa di Risparmio di Genova e Imperia.
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ARCHIVIO
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Tutto è finito
Un anno è trascorso dall'epoca degli studi, prima in casa mia poi nel ridotto della Scala del Falstaff. Epoca splendida di entusiasmo in cui non si respirava che Arte! E rammento i momenti di lieta commozione, specialmente voi e la Pasqua...  Immaginate qual saluto fu il mio che voleva dire: “Noi non ci vedremo più come artisti!!!” Ci siamo è vero incontrati dopo e a Milano, a Genova a Roma, ma il ricordo si riportava sempre a quella terza sera che voleva dire “Tutto è finito!”.

Giuseppe Verdi a Emma Zilli, Modena. Genova, venerdì 15 dicembre 1893

Il soprano Emma Zilli, alla Scala, era stata la prima interprete del personaggio di Alice. Il mezzo soprano Giuseppina Pasqua era Quickly.


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