La famiglia

La difficoltà nei rapporti con il padre e in particolare il prorompere di Antonio Barezzi nella vita di Giuseppe Verdi, lasciano nell'ombra i genitori. Scopriamo di più di Carlo e Luigia, del nonno Giuseppe e degli eredi.
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l genitori, Carlo Verdi e Luigia Uttini

Carlo proveniva da una famiglia di agricoltori piacentini (stesse origini della moglie Luigia Uttini, filatrice) trasferitisi a Roncole di Busseto. Contrariamente a quanto sostenuto in molte biografie, i genitori di Verdi non vissero in condizione economica di indigenza. Il padre, Carlo Verdi non è analfabeta, firma il certificato di nascita di suo figlio e nel 1825 viene eletto tesoriere della Fabbrica della Chiesa di San Michele a Roncole, carica che lascerà solo nel 1840. I genitori e i nonni di Verdi, dediti al commercio, vantano una posizione economica di relativo agio rispetto ai contadini.
La difficoltà nei rapporti con il padre e in particolare il prorompere di Antonio Barezzi nella vita di Giuseppe Verdi lasciano nell'ombra i genitori. Il padre Carlo sostiene il compositore nei primi anni di carriera, ma dopo i successi e la notorietà del figlio, pretende di amministrarne il cospicuo capitale. Questo porta a una brusca rottura dei rapporti. Nel 1851 lo strappo è definitivo: il padre accumula debiti con troppa frequenza facendosi forte dei guadagni del figlio. Verdi si rivolge a un notaio di fiducia, l’amico Ercolano Balestra, garantisce un sostanzioso vitalizio a patto che i genitori lascino la casa colonica di Sant'Agata dove egli si trasferisce insieme a Giuseppina Strepponi. Verdi scrive: “Io intendo di essere diviso da mio padre e di casa e di affari. Infine non posso che ripetere quanto le dissi ieri a voce: presso il mondo Carlo Verdi deve essere una cosa, e Giuseppe Verdi un’altra.” Carlo e Luigia Verdi lasciano Sant'Agata per Vidalenzo.

Il nonno, Giuseppe
Il nonno di Verdi è personaggio tanto ineterssante per carattere deciso e coraggioso, per intraprendenza non comune e per vita piena di vicende anche avventurose. […] Era nato nel 1784 a Sant'agata, località che i Verdi avevano abitato in continuazione esercitando per lo più l'agricoltura. Giuseppe già proprietario di un piccolo podere, era divenuto oste dell'osteria dell'Ongina su quel porto del Po. […] Pochi anni dopo, nel 1781, ecco il nonno Giuseppe abbandonare l'osteria dell'Ongina nel Polesine e subaffittare l'osteria delle Roncole, proprietà del marchese Pallavicino, e trasferirvisi con la moglie Francesca Bianchi, nata a Villanova d'Arda, e il figlio Carlo. Alle Roncole, il nonno del Maestro, aveva inoltre ottenuto con la raccomandazione del prevosto la conduzione in affitto di un bel podere vescovile, posto di fronte alla chiesa parrocchiale di San Michele, podere a servizio del mantenimento dell'Oratorio di Madonna dei Prati, e contemporaneamente si era messo a fare il mercante dei grani. Scrivono Aimi e Leandri: “Dal 1791 al 1830, per circa 40 anni, il centro di Roncole fu quello della famiglia Verdi: davanti alla canonica, sulla piazza, la famiglia gestiva l'osteria e la privativa; nella parte opposta, verso sera, sulla strada che porta a Bassa Mai e a Castione Marchesi, di fronte alla chiesa, essa conduceva il podere del vescovo di Borgo San Donnino. Il periodo roncolese del nonno del Maestro fu meraviglioso. La famiglia aumentava unita e invidiata. L'osteria era frequentata. Le figlie di Verdi, belle e chiassose, erano contese da tanti corteggiatori. Gli affari prosperavano.” I Verdi erano così ben inseriti e rispettati che ottennero a loro nome un banco nella chiesa.
(Da "Alle Roncole con Verdi fanciullo" a cura di Corrado Mingardi / Grafiche Step – Parma)

Angiolo Carrara
Notaio e per qualche tempo sindaco di Busseto, amico, amministratore ed esecutore testamentario di Verdi. Nel 1859 firma, insieme a Verdi, la sottoscrizione in favore dei caduti bussetani nella Seconda guerra di Indipendenza.

Alberto Carrara (1854-1925)
Figlio del bussetano Angiolo, notaio di Verdi, e di Caterina Demaldè, Alberto l’11 ottobre 1878 sposò Maria Filomena Verdi, cugina di Giuseppe, che il Maestro adottò nel 1869. Il matrimonio venne fortemente caldeggiato da Verdi, il quale così si espresse in una lettera a Giuseppe Piroli del 20 agosto 1876: «Io ne sono contentissimo e la Peppina (Giuseppina Strapponi) ancora più di me.

Filomena Maria Cristina Verdi
Cugina in secondo grado di Verdi. Nel 1862, morto il padre in un incidente, la bambina viene mandata a vivere a Palazzo Cavalli di Busseto con Carlo il padre di Verdi. Nel 1869 Verdi la iscrive al collegio della provvidenza di Torino e alla fine di quell'anno i coniugi Verdi adottano la “povera paesanella" cambiandole il nome in Maria. Sposerà Alberto Carrara nel 1878 e verrà indicata da Giuseppe Verdi come erede universale del proprio patrimonio.


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